Le "pillole" per non partorire stereotipi di genere
Blister è un podcast sulle tante donne che hanno fatto la storia, ma sono poco conosciute e poco raccontate. Per saperne di più, ho intervistato l'autrice del progetto, Giovina Caldarola
Cosa significava essere donna nelle epoche passate? In Grecia, a Roma, nel medioevo, ma anche nel passato recente, per esempio nel 1800? Quali erano le difficoltà e le battaglie? Erano tanto diverse da quelle di oggi? E le piccole e grandi conquiste? Come è cambiata la prospettiva? E cosa possono insegnarci ancora le storie delle donne del passato? Su questi temi, ho avuto una lunghissima chiacchierata con la mia ospite della newsletter di marzo, Giovina Caldarola, archeologa esperta in comunicazione digitale per la promozione del territorio e da circa due anni autrice del fortunato podcast Blister, un ciclo di pillole culturali per non partorire stereotipi.
L’idea dello show - mi racconta - nasce durante il lockdown del 2020, un momento in cui molti enti e professionisti della cultura hanno avviato i propri progetti di comunicazione digitale per riconnettersi col ‘mondo di fuori’. In particolare, mi confessa Giovina, tutto è partito da un suo problema di salute e dal bisogno di ‘riscoprirsi’. “Mi sono resa conto di quanto poco conoscessi il mio corpo, come molte altre donne, anche perché di fatto la medicina non si occupa da molto tempo del corpo femminile”.
Caldarola inizia a fare ricerche, a visitare profili social che parlano di donne alle donne, a riflettere sui tabù, sui pregiudizi, sugli stereotipi. “E così - mi dice - ho iniziato anche a esplorare la figura della donna nel corso della storia: mi sono resa conto da archeologa che ho studiato su libri scritti tutti da uomini, che parlavano solo ed esclusivamente di figure maschili. Questo non perché non ci fossero donne, ma solo perché evitavano di raccontarle”.
Raccolti un po’ di dati, storie e informazioni, Giovina decide di raccontare le sue scoperte e le sue ricerche. Ma come? Lo strumento podcast - specie per il momento storico che stavamo tutti vivendo - sembra il più adatto. “Ero diventata una grande fruitrice di podcast, ma di fatto non avevo alcuna conoscenza dell'aspetto audio. Per avviare questo progetto mi sono così fatta aiutare da amiche e amici. Anche per il titolo e il sottotitolo sono stata aiutata da un amico copywriter. Per progetti come questo, credo sia importantissimo avere una rete, un network di contatti su cui fare affidamento e di persone con le quali hai già intrapreso dei progetti di divulgazione culturale”.
Il tema di Blister sono quindi le donne nella storia. “Ho scelto di concentrarmi sulle donne nel mondo antico perché volevo raccontare come nell'antichità, in periodi storici che di fatto ognuno di noi può pensare molto chiusi, con delle ristrettezze culturali e mentali, in realtà ci siano state delle figure femminili che hanno sfidato le convenzioni e le regole che la società imponeva loro riuscendo a emanciparsi e talvolta elevarsi anche dal punto di vista sociale”.
Per la scelta degli argomenti, Giovina non ha iniziato con una linea editoriale fissa, ma - a proposito di rete - si è affidata, almeno nelle prime puntate, all’esperienza e alle ricerche di colleghe e colleghi, che hanno raccontato figure femminili studiate o eventi che avevano come protagonista una donna. “Poi ho cominciato a leggere libri su argomenti o figure femminili, e ho partecipato sia come lavoratrice ma anche come spettatrice ad eventi e rassegne letterarie, contattando poi gli autori: alcune puntate sono infatti presentazioni. Non tutte le richieste si trasformano in interviste, però ho sempre riscontrato interesse”.
Un'intervista andata a segno è stata quella ad Anna Carla Valeriano, autrice del libro Malacarne, che Giovina mi cita quando le chiedo quale sia la puntata che finora l’ha più colpita. “Di sicuro è la puntata che mi ha più scandalizzata. Parla dei manicomi femminili nel periodo fascista - mi sono quindi allontanata dalla storia antica. Il libro in realtà è una ricerca accademica su queste donne che non rispettavano i dettami del credo fascista e per questo venivano relegate ingiustamente in manicomio con accuse assolutamente infondate di malattie mentali che non c'erano”.
Caldarola precisa che non si tratta di un podcast ‘femminista’ nel senso stretto del termine. “Si tratta di un progetto prettamente divulgativo, che si rivolge sia agli uomini che alle donne”. Anche se la maggior parte del suo pubblico è femminile, l’autrice mi rivela che gli ascolti maschili sono circa il 17 per cento. “Per abbattere gli stereotipi, l'unico linguaggio è quello universale della cultura, delle fonti storiche verificate. Il valore della storia di una donna che nel passato è riuscita a conseguire un obiettivo nonostante le limitazioni del suo tempo, può ispirare e rendere più consapevoli anche le donne di oggi, può far riflettere, porre delle domande”.
Anche a Giovina Caldarola, come a tutti miei ospiti, ho chiesto un segreto. Puoi scoprirlo qui.
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Consigli d’ascolto
Bella Storia
Podcast originale Spotify Studios, Bella Storia è scritto e condotto da Costantino Andrea De Luca, giovanissimo autore della pagina Facebook Una pillola di storia antica al giorno, da cui è stato tratto, nel 2019, il libro Pillole di storia antica. 365 curiosità per ogni giorno dell’anno, edito da Newton Compton.
Ogni pillola dura meno di 5 minuti e racconta una curiosità storica, principalmente sul mondo greco romano. Consigliato perché: invoglia al binge listening.
Le dirette di Galatea
Questo, a dirti la verità, è un non-podcast. Alice Nardi, fan della brava divulgatrice e scrittrice Galatea Vaglio, ha deciso infatti di scaricare gli audio delle sue dirette Facebook - con il permesso dell’autrice - e di pubblicarli sulle piattaforme d’ascolto, curando un podcast a lei dedicato. Un po’ sulla scia dell’operazione svolta da Fabrizio Mele, il fan di Alessandro Barbero che ha iniziato a registrare le sue conferenze e a diffonderle su Spreaker, riscuotendo tra l’altro tantissimo successo.
L’audio è buono, e come per i podcast di Mele, anche Nardi ha scelto di ridurre al minimo l’editing. A mio avviso, però, i temi trattati con tanto successo su altri media da Vaglio (per esempio su Facebook, dove la pagina Galatea Vaglio Pillole di Storia ha oltre 75mila follower) meriterebbero invece un progetto ad hoc, più strutturato, riconoscibile e coerente - magari con lo “zampino” della stessa autrice.
Ho deciso di segnalarti comunque questo progetto perché, in attesa di un progetto originale, se ti interessano le dirette di Vaglio, ma non hai tempo di guardarle, in questo modo puoi almeno ascoltarle!